Nello Cruciani

Categoria: Artisti

Nello Cruciani nasce a Petriolo da Roberto Cruciani, detto Pippì, e da Lisetta Romagnoli il 6/6/1923. In realtà sembra che la data vera di nascita sia il 5 Giugno, che divenne  6 Giugno, perché il padre di Nello, muratore, non ebbe tempo di denunciare la nascita del figlio il giorno stesso della venuta al mondo, cioè il 5 Giugno.

Nello Cruciani, dopo il pensionamento si dedicò molto al suo paese, fino alla fine dei suoi giorni; sofferente di enfisema, morì inaspettatamente il 19/12/2002.

Terminate le scuole elementari, iniziò subito a lavorare come muratore con il padre. Raccontano in famiglia che, piccolino, seguiva, trotterellando a piedi, il padre che si recava in bicicletta al posto di lavoro. La marchesa Bice Savini, che conosceva il talento del giovane nel disegno, avrebbe voluto farlo studiare a proprie spese, ma, a causa della contrarietà della madre, il giovane Cruciani non potè seguire dei corsi regolari di disegno. In compenso il destino aveva trovato un’altra strada per il suo apprendistato artistico: Diego De Minicis. Infatti Nello frequentava la casa dello scultore Petriolese e da lui apprese “sul campo” l’arte della scultura e della pittura. Si osservino le figure 7-25, cioè i disegni di un Cruciani più che ventenne, e si riconoscerà l’impostazione del “maestro” De Minicis nel lavoro del giovane Cruciani.

La sua innata capacità nelle arti figurative lo portò gradualmente ad occuparsi di cose più pertinenti alle sue attitudini, e passò presto da apprendista muratore a restauratore presso gli antiquari maceratesi Minchioni, poi ha lavorato come falegname presso la ditta Otello Perugini di Macerata. Sempre a Macerata ha anche lavorato da Cuppoletti per dipingere le statuine in gesso del presepio. Infine trovò impiego presso la tipografia Ciocca di Macerata come esperto grafico, prima con i due fratelli Armando e Giuseppe Ciocca, con tipografia in Piazza Annessione, successivamente con Lanfranco Ciocca con cui ha lavorato fino al pensionamento, cioè nell’anno 1982. Sempre a Macerata ha svolto anche mansioni di scenografo al Teatro Lauro Rossi durante il Festival della Canzone per Bambini, allestendo una scenografia per ogni canzone.

La scenografia entrò nella sua vita durante la prigionia in Germania. Infatti fu notato dalle guardie carcerarie per le sue qualità di disegnatore, tanto che per rimediare qualche patata in più per il pranzo Nello disegnava donnine nude per loro. Vista la capacità del giovane prigioniero fu chiamato al teatro di Dresda, per lavorare alle scenografie dell’Opera. Si trovava a Dresda durante il massiccio bombardamento e si salvò miracolosamente dalla morte.

La grande versatilità, che ha fatto spaziare Cruciani nei campi più disparati, è stato un pregio durante la sua vita perché lo hanno reso popolare, ma ora che la sua vita si è spenta, ora che i suoi amici stanno rarefacendosi, un grande rischio grava sulla memoria di quest’artista. Infatti ancora se ne parla, ma si rischia di ricordarlo per le sue corone di angeli, presenti in ogni cerimonia religiosa, e non per le cose importanti che ha saputo realizzare.

In scultura, arte che apprese da Diego De Minicis, la grande plasticità della Madonna della Pace, l’ariosità del drappeggio, la sua postura imponente come una dea greca dimostrano ampiamente la sua mestria, che poi secondo me esplode nelle due deposizioni, sia per la sapiente impostazione scenografica dei personaggi sia per quel contrasto tra l’abbandono del Cristo e il movimento delle altre figure, che genera pathos.

Così anche nei due bassorilevi della Tomba Pacioni, con due formelle riesce a comunicare la forza del Creatore e del Redentore, volti solenni, quindi punti di riferimento per l’uomo.

Nella pittura è la rappresentazione dei mestieri (l’uomo che fonde il metallo, il pescatore, il fienatore) che dimostra l’aspetto migliore della sua espressività; ma anche i paesaggi, i suoi laghi increspati, le foglie d’autunno mostrano una poesia di stampo lirico notevole. Nelle varie pitture, che rappresentano gli angoli del paese il più bello è la facciata della Chiesa del Suffragio, che pur nella precisione dei dettagli ha, più delle altre pitture, quella luce tremula che sembra venire dal sogno, dal ricordo.

La sua generosità lo spingeva a sentirsi al servizio del paese ed è così che ha prodotto una straordinaria quantità di arredi religiosi, come pure il non saper dire di no ai tanti amici lo hanno portato a fare un quadro ad ogni richiesta. Ciò non toglie però che quando i pennelli seguivano la sua ispirazione, dalle sue mani venivano fuori dei lavori notevoli, come i mestieri In questi dipinti ho notato l’eredità di De Minicis, cioè il suo calarsi nel VERO: pieghe e drappeggio degli abiti, il movimento o la tensione nei personaggi, il movimento delle acque. Il fienatore in questo senso è uno dei più riusciti. Il livello di Cruciani sicuramente si manifesta eccelso nel rittratto del figlio, dove ha colto l’espressione un po’ attonita ma carica di fiducia del piccolo.

Per maggiori informazioni, trovate disegni ed analisi a questo link.