Raffaele Ciferri

Fermo 30 maggio 1897 – Pavia 12 febbraio 1964

Nacque a Fermo il 30 maggio 1897, figlio primogenito nato dal matrimonio tra il fermano Giuseppe Ciferri ed Eugenia Ciccioli di Petriolo.

Trascorre la sua infanzia e prima giovinezza a Petriolo, in provincia di Macerata, dove suo padre, avvocato, fu per diversi anni sindaco del paese e dove la famiglia aveva diverse proprietà.

Si laureò in scienze agrarie all’università di Bologna nel 1919, dopo aver partecipato al primo conflitto mondiale. Nel 1921-22 si dedicò a ricerche fitopatologiche presso il laboratorio di patologia vegetale della scuola di viticoltura ed enologia di Alba; nel 1922 intensificò l’attività scientifica presso il laboratorio di fisiologia e patologia vegetale dell’Istituto superiore forestale di Firenze. L’anno seguente presta servizio come assistente straordinario nell’istituto botanico di Pavia.

Nel 1925 iniziò la sua carriera scientifica in centro America, essendo stato chiamato a fondare e a dirigere i servizi tecnico-agrari nella Repubblica dominicana. Fondava la stazione agronomica di Haina poi trasferita a Moca, e iniziava una fervida attività di ricerca e di formazione di tecnici agricoli, contemporaneamente alla raccolta di ingenti materiali di interesse naturalistico, e micologico.

Nel corso degli anni la sua attività si estese anche ad altri paesi dell’America tropicale e delle Antille. Nel 1932 Collaborava con la Compagnia agricola dominicana a Santiago de los Caballeros dove fondava una stazione sperimentale per gli studi sulla manioca; compiva pure una missione in Ecuador per ricerche connesse alle malattie del cacao.

Nel giugno del 1932 rientrava in Italia riprendendo l’attività fitopatologica come borsista nell’istituto botanico di Pavia e nell’Osservatorio fitopatologico di Palermo. Nello stesso anno conseguiva la libera docenza in microbiologia agraria e nel 1933 otteneva il posto di vicedirettore del laboratorio crittogamico annesso all’istituto botanico di Pavia, assumendo in quella sede universitaria anche l’incarico dei corsi di fisiologia vegetale e poi di botanica generale.

Nel 1934-35 era in Somalia al fine di organizzare servizi agrari e fitopatologici. Nel 1936 vinceva il concorso per la cattedra di botanica della facoltà agraria di Firenze; nel 1942 otteneva la direzione dell’istituto botanico e laboratorio crittogamico dell’università di Pavia, meta definitiva e la più appropriata agli orientamenti delle sue ricerche micologiche, fitopatologiche, biologiche e botaniche applicate.

Le vicende legate al secondo conflitto mondiale lo costrinsero a rifugiarsi nelle Langhe per sfuggire alle rappresaglie tedesche avendo notoriamente solidarizzato con movimenti di resistenza.

Dopo la guerra il Ciferri si dedicò al rinnovamento delle strutture e funzionalità delle istituzioni affidategli in quel di Pavia, arricchendo di interessi la sua produzione scientifica e circondandosi di validi collaboratori destinati ad assumere notorietà nei diversi campi della scienza dei vegetali. Si spense il 12 febbraio 1964 a Pavia, all’età di 66 anni, mentre era ancora vivacissima e produttiva la sua attività scientifica e culturale.

Notizie sulla sua attività si ricavano da due opuscoli autobiografici: Notizie sull’attività scientifica e didattica, Pavia 1935; Attività didattica ed operosità scientifica durante il triennio dal 1936-37 al 1938-39, Pavia 1939.

L’opera lasciata dal Ciferri è incredibilmente varia ed estrosa; a lui si attribuiscono quasi millecinquecento pubblicazioni – brevi note, ma anche grossi volumi – apparsi fra il 1921 e il 1964. Questa produttività era dovuta alla grande capacità di lavoro, all’organizzazione dell’informazione, all’apertura alle collaborazioni anche più umili, ad una memoria e capacità di assimilazione non comuni.

Ha sofferto in compiutezza e approfondimento una ricerca scientifica diventata, si potrebbe dire, curiosità infrenabile, sconfinata, che spaziava dalla micologia alla fitopatologia, alla fisiologia vegetale, alla microbiologia, alla virologia, alla lichenologia, alla sistematica delle piante coltivate, all’agronomia, alla storia della botanica; avanzava ancora tempo per divagazioni saggistiche, per la documentazione numismatica e filatelica, per un costante aggiornamento nella letteratura anglosassone e per numerosi interessi collezionistici.

Categoria: Scrittori e Letterati